Per la difesa dello stato di diritto in Europa

di Giuseppe Enrico Brivio, presidente del “Comitato per l’Europa della Provincia di Sondrio” e vice -presidente del “Circolo Arci il Contatto di Sondrio” *

Si è svolta di recente a Varsavia, capitale della Polonia, una grande manifestazione a difesa dello stato di diritto. Hanno sfilato pacificamente alcune decine di migliaia di cittadini con alla testa del lungo corteo più di mille magistrati, in toga, provenienti da tutta Europa.

Si tratta di un fatto inedito e straordinario.

La grande mobilitazione popolare indica che nella società polacca ci sono ancora anticorpi contro le pulsioni di una anacronistica destra nazionalista che mette a rischio conquiste storiche come quella dello stato di diritto.

La presenza di magistrati da tutta l’Europa dimostra che l’Unione Europea è ormai una vera comunità!

E’ un progetto politico fondato su valori condivisi e non un solo mercato economico, come avrebbe voluto la Gran Bretagna, sebbene l’unificazione politica sia ancora incompleta, non esistendo una Costituzione Europea.

La Polonia è stata la culla di Solidarnosc, il primo sindacato indipendente nell’ambito dei regimi comunisti, condotto da Lech Walesa.

Grazie a questa azione sociale si aprirono le prime importanti crepe del sistema comunista, nella seconda metà del secolo scorso. Oggi in Polonia è atto una resistenza al tentativo governativo di “normalizzare” la magistratura mettendola al servizio del governo, come già avvenuto con la TV pubblica, vero strumento di regime.

Tale resistenza si era già manifestata con l’appello dei sindaci delle capitali dei Paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) contro le svolte autoritarie in atto in quella parte di Europa.

Queste iniziative avvengono nel momento in cui il governo polacco sfida l’ordinamento giudiziario europeo, dopo che le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Corte Suprema polacca hanno bocciato la Riforma Giudiziaria polacca.

Il P.i. S, il partito al governo, nazionalista, conservatore, di destra sempre più estrema, risponde a tali sentenze con nuove norme volte a sanzionare i magistrati ed a spostare ai presidenti dei Tribunali di nomina governativa tutte le sentenze che riguardano i giudici e l’ordinamento giudiziario polacco.

Queste nuove norme sono liberticide ed al contempo un segno di debolezza del P.i. S che teme di non vincere le elezioni presidenziali di primavera!

Avere il pieno controllo della magistratura, oltre che dell’informazione, è dunque decisivo per completare il consolidamento del potere e rendere inoffensivo un eventuale presidente esponente dei partiti ora alla opposizione.

La Presidente della Corte Suprema polacca aveva già affermato che se il governo avesse ignorato le deliberazioni della Corte Suprema polacca e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ciò sarebbe stato incompatibile con la permanenza nella Unione stessa di cui si contestavano, di fatto, l’ordinamento giuridico ed i valori fondanti.

A darle sostegno sono ora scesi in campo cittadini e magistrati di tutta Europa!

In Ungheria le cose vanno ancora peggio! La Riforma della Giustizia da parte di Orban era stata dichiarata illegale dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ma con il prepensionamento dei giudici e con il controllo ferreo del sistema dell’informazione egli ha potuto varare norme volte a “normalizzare” la società civile, fino alla cacciata della Central European University, costretta a trasferirsi da Budapest a Vienna!

Le debolezze dell’Unione Europea

Quanto accade in Polonia ed in Ungheria evidenzia i limiti dell’Unione Europea di intervenire.

Non esiste infatti una procedura per espellere uno Stato membro.

Per quanto riguarda poi una possibile sanzione occorre nel Consiglio Europeo l’unanimità di tutti gli altri membri dell’Unione.

Nel caso specifico la Polonia mette il veto a favore dell’Ungheria e viceversa…

La Polonia è il Paese più importante tra i Paesi di Visegrad; essa rappresenta al pari della Lega sovranista in Italia, il principale terreno di scontro tra nazionalismo ed europeismo.

Sottolineo che Salvini definisce la Polonia e l’Ungheria quale esempio dei Paesi meglio governati in UE!

Questo dato, la dice lunga su quale sarebbe il progetto politico di chi in Italia chiede “pieni poteri”, purtroppo con troppo consenso senza l’adeguata cultura del diritto.

Il successo della battaglia a difesa dello stato di diritto da parte delle forze democratiche polacche è dunque un fatto che riguarda anche noi in Italia e più in generale tutti i cittadini europei!

I fatti di Polonia e di Ungheria sono stati ignorati o sottovalutati dai media italiani!

Democrazia e stato di diritto non sono conquiste acquisite per sempre; devono essere difese! Dobbiamo soprattutto dotare l’Unione Europea di strumenti efficaci a tutela dello stato di diritto ogni qualvolta sia   calpestato.

La proposta della Commissione Europea di istituire un monitoraggio permanente sul tema e di bloccare la erogazione dei fondi strutturali ai Paesi in cui lo stato di diritto è sotto attacco va nella giusta direzione.

La Conferenza sul futuro dell’Europa di quest’anno, deve dare risposte forti per una vera democrazia sovranazionale europea.

Spetta alle persone consapevoli dell’importanza dello stato di diritto comunicare ed educare la popolazione europea dando voce ai valori fondanti di un ‘ Europa Libera e Unita.

Il mio impegno sarà declinato nella Provincia di Sondrio, con l’auspicio di coinvolgere il mondo del terzo settore  e le istituzioni anche delle Provincie limitrofe in una prospettiva nazionale ed europea.

  • Attualmente membro del Comitato Federale del Movimento Federalista Europeo (MFE)-sezione italiana del Unione Europea dei Federalisti (U. E. F), presidente della Sezione “Ezio Vedovelli” Valtellina Valchiavenna del MFE. Ha collaborato nella veste di redattore capo al periodico “Alpes” e collabora al periodico ” Resistenza e Democrazia” dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
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