Srebrenica City of Hope- viaggio tra resilienza e natura (2)

Lo scorso agosto il GIAN è tornato a Srebrenica a distanza di 2 anni visto che lo scorso anno non è stato possibile causa chiusura frontiere per la pandemia. In compenso gli amici di Prijateli Prirode Oaza Mira hanno cominciato a costruire un villaggio che hanno chiamato Ekometa a Lipovac a 30 minuti da Srebrenica. La parola Ekometa è stata scelta come fusione di 3 concetti; il primo arriva dalla parola Eko che sta per ecologia a rappresentare la centralità che l’educazione ambientale ha e avrà nello sviluppo di questo progetto, il secondo Meta a rappresentare la direzione sia fisica che trascendente; il terzo cometa che rappresenta la bellezza effimera della vita che passa nell’universo. La scelte di ripristinare un villaggio andato distrutto con la guerra (e quasi del tutto sepolto dalla vegetazione) e di farlo costruendo case in legno utilizzando le vecchie tecniche del luogo conosciute come osacanski nejmar, è stata particolarmente apprezzata dalla gente del posto e, dal quel che abbiamo potuto vedere, anche da chi, trasferitosi altrove per lavoro, torna in zona per trovare i famigliari.

Le 2 settimane di soggiorno sono state ripartite in alcuni giorni dedicati ai lavori di costruzione del villaggio ed altri ad esplorare le bellezze naturali nei dintorni di Srebrenica.

Ci siamo quindi cimentati con piccole e grandi manutenzioni delle casette terminando un paio di solette in legno al loro interno, impermeabilizzandone 2 con l’olio di tung disponibile (un olio naturale che nei paesi scandinavi viene usato per le imbarcazioni di legno) e completando (quasi) i tetti in legno dei bagni. Quest’ultima operazione è stata piuttosto particolare visto che è stata scelta una copertura tradizionale fatta di “tegole” in legno,  preparate a mano, che s’incastrano tra loro grazie grazie alle scanalature dell’intaglio praticato e “ancorate” una a una al tetto con viti da 6 cm.

Non di meno conto sono stati i lavori di base come preparare i pasti e fare le pulizie, particolarmente importanti in occasione di alcune visite che abbiamo ricevuto, e anch’essi rimodulati nell’ottica minimalista del villaggio: basti pensare che la pulizia dei piatti è stata fatta direttamente nel torrente (il più delle volte con sabbia e acqua) …..nello stesso torrente che ci ha fatto da frigorifero.

Per intervallare i lavori ci siamo concessi anche del tempo libero per fare delle escursioni a piedi nei dintorni e, grazie alla guida di Irvin, abbiamo potuto ammirare luoghi impossibili da scoprire altrimenti. Indimenticabile resterà la 2 giorni a piedi in cresta al canyon della Drina (il fiume che segna il confine con la Serbia), nel tratto dalla caratteristica forma ad U, con pernottamento panoramico impreziosito dalla luna piena che si è specchiata a lungo nel fiume. Molto belle anche le escursioni lungo il letto del fiume Jadar quest’anno particolarmente sofferente per la penuria di acqua. Fortunatamente qualche pozza d’acqua ove trovare refrigerio dalla calura è rimasta e ne abbiamo approfittato. L’area a ridosso del fiume è piuttosto impervia ma nonostante questo esistono sentieri battuti che attraversano il bosco: alcuni di questi furono usati durante la guerra per sottrarsi ai rastrellamenti e trovare rifugio in alcune caverne carsiche molto ben nascoste.

Sempre molto apprezzata è la possibilità di incontrare le famiglie del posto che mettendosi a disposizione per offrire ristoro ci danno la possibilità di conoscere persone, storie e tradizioni come Enver che alleva capre e produce carbonella o come Emin, che nonostante l’età, alleva cavalli con l’aiuto delle figlie secondo la tradizione bogomila.

Al di là delle cose fatte e posti visitati, quello che ci rimane più dentro di queste 2 settimane è l’alta qualità del tempo speso determinata da un’atmosfera molto rilassata e divertente, in cui riscoprire l’importanza e la bellezza del minimalismo e impreziosita dalla cornice naturale in cui Ekometa è inserita. Pochi fattori, molto semplici, estremamente cari a Irvin che sta portando avanti con determinazione il progetto Srebrenica City of Hope, estremamente cari a tutti gli Amici della Natura.

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