Dragon Dreaming – Come progettare un cambiamento sostenibile

Good practice  Nr.2  #makeachange @aboardship

Nel 2012 ho cominciato ad usare nel mio percorso il Dragon Dreaming, uno strumento di progettazione utile, per non dire straordinario e rivoluzionario, sviluppato in Australia da John Croft dopo decenni di analisi, in tutto il mondo,  di centinaia di progetti, ambientali, giuridici o comunitari.

J. Croft ha rilevato che esistono quattro passaggi comuni a tutti i programmi che hanno avuto successo:

  1. Sognare o avere visioni,
  2. Pianificare,
  3. Fare,  
  4. Celebrare e analizzare.

dd 1Croft ha anche notato che il 90% dei progetti fallisce perché non supera il primo passaggio (sognare), e che del restante 10%, il 90% non supera il secondo passaggio  (pianificare).

Questo significa che solo l’1% dei progetti riesce a produrre qualcosa di concreto e a ottenere ciò che si prefiggeva e  solo il 10% dei progetti che sono realizzati vive più di tre anni. Dal desiderio di imparare a gestire queste difficoltà e dalla consapevolezza che ognuno di questi quattro passaggi sono fondamentali perché il progetto non fallisca, nasce il Dragon Dreaming.

Osservando nel dettaglio i quattro passaggi vediamo che ogni progetto nasce dal sogno di una persona, il suo ideatore, per poi dirigersi verso l’ambiente e la comunità che gli sta attorno; ciò che l’ideatore concepisce nella propria mente resta ad un livello teorico fin tanto che il progetto non avanza per entrare in relazione con l’ambiente circostante. E’ in questa fase, pratica, che l’ambiente risponde e reagisce al progetto e manda i suoi segnali positivi o negativi che  noi possiamo imparare ad accogliere e gestire.

Se ad esempio, vogliamo progettare un nuovo prodotto e abbiamo identificato il segmento di mercato di riferimento, se questo ci manda segnali positivi circa la possibilità di accogliere la nostra proposta, sappiamo di avere una “carta vincente”, altrimenti se la risposta è tiepida, forse è meglio ritornare indietro e riconsiderare alcuni aspetti del nostro progetto.

A questo punto prima di andare al passaggio successivo della pianificazione occorre porsi una serie di domande per  trasformare un’idea, una teoria, un’intuizione in qualcosa di concreto e tangibile: cosa accadrebbe se…,? quali opportunità e ricadute avrebbe? Immaginate se riuscissimo a…?

Dopo che abbiamo avuto un’ intuizione e siamo motivati a realizzarla, raccogliamo le informazioni,  entrando nella pianificazione consideriamo le alternativeprogettiamo una strategia e facciamo il test di un progetto pilota.

L’idea abbandona lo stato concettuale e si affaccia sul mondo esterno, cercando di capire di cosa abbiamo bisogno perché possa concretizzarsi.

Dragon dreaming gruppoNella fase del fare, l’idea viene implementata diventando qualcosa di concreto e tangibile. La teoria si è fatta pratica, il progetto  si manifesta su scala locale e si producono cambiamenti. Se l’Impegno cresce sappiamo che stiamo andando nella direzione giusta,  altrimenti se cala c’è da qualche parte un blocco che dobbiamo sciogliere.

Il passaggio finale è quello della celebrazione intesa non solo come festeggiamento, ma anche analisi e feedback.

Qui, ci riconnettiamo con  il Fare e il Sognare.  Se il Sogno ha funzionato, se il Pianificare ha funzionato, se l‘Attuare ha funzionato ci sentiamo soddisfati.

Spesso i progetti che non funzionano producono “burn-out” e il miglior modo di curare questo sintomo è Celebrare!

Il  25% di ogni Progetto dovrebbe essere dedicato alla Celebrazione, ma quante volte invece, questo quarto stadio è dimenticato?

E’ attraverso la celebrazione dei nostri risultati che noi combattiamo il logoramento individuale e del gruppo e ci riconnettiamo ai nostri sogni: abbiamo mantenuto fede alle nostre aspettative? Abbiamo centrato gli obiettivi? Quali parti del progetto si sono realizzate bene e quali invece hanno avuto delle difficoltà?

E’ importante sia per il gruppo che per noi stessi festeggiare e riconoscere le nuove conoscenze e capacità acquisite durante questo cammino.

Il Dragon dreaming è un sistema di progettazione che si ispira alla teoria del caos e della complessità, alla teoria dei sistemi viventi, dei frattali e all’antica spiritualità degli Aborigeni e punta a sostenere il Grande Cambiamento descritto da Joanna Macy, ispiratrice anche del movimento di Transition Town.

Il processo reintegra consapevolmente l’impiego dei due emisferi del cervello, quello destro, intuitivo e creativo e quello sinistro, razionale e logico, tra la soggettività egoista dell’Io e il mondo oggettivo, tra pensare e fare e tra essere, lavorare e giocare.

Dragon dreaming progettoIl Dragon dreaming è basato sul potere della celebrazione, della collaborazione, del mutuo rafforzamento e della comunitàsviluppa la capacità di abbracciare e sostenere tutto il ciclo dell’intelligenza collettiva, dall’ispirazione alla realizzazione ed indietro fino alla sorgente.

Il dragon dreaming è basato sul potere dei nostri sogni di evocare un futuro che porta avanti le nostre possibilità più profonde. Infatti, per non smarrire o interrompere i nostri sogni dobbiamo connetterci con il nostro cuore e un sé più profondo, ed imparare ad includere il “Tutto” nella nostra consapevolezza amorevole.

Non è una cosa semplice e d’altra parte per la crescita interiore ci deve essere la volontà di investire noi stessi e gli altri nella capacità di lavorare per la vita stessa.

Nel dragon dreaming ogni progetto inizia a partire da un circolo di sognatori in cui ogni membro dichiara il proprio sogno.

L’idea alla base è soddisfare i tre criteri del Dragon Dreaming:

  1. essere di supporto alla crescita personale: risanamento e rafforzamento;
  2. creare una comunità sana in cui i sogni di tutti coloro che sono coinvolti sono rispettati e soddisfatti,
  3. al servizio della Terra aumentando il benessere e costruendo strutture di supporto alla vita.

SE SIETE INTERESSATI AD APPROFONDIRE QUESTO METODO E METTERLO IN PRATICA, RIVE COLLABORA E SOSTIENE UN PERCORSO IN 4 TAPPE CHE COINVOLGE 4 DIVERSI ECOVILLAGGI: DRAGON DREAMING IN PROGRESS

Qua trovate l’articolo originale.

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