Quale è la tua personale motivazione per esserti candidato per la presidenza del movimento dei Naturefriends internazionale?
Durante la mia gioventù sono diventato un attivista del Servizio Civile Internazionale, un’organizzazione di soccorso che invia volontari in tutto il mondo. In questa veste ho preso parte alle operazioni di soccorso durante le alluvioni di Firenze del 1966 e il terremoto di Sicilia del 1968, fianco a fianco con migliaia di volontari che venivano da molti paesi per portare aiuti. Questa esperienza di grande solidarietà internazionale ha ispirato la mia vita professionale e personale. Dopo il ritiro dalla diplomazia italiana e quarant’anni di servizio in quattro continenti, ho sentito il bisogno di dedicarmi di nuovo alle attività no-profit, in particolare per la protezione della natura e delle culture autoctone, che sono attualmente sfruttate in modo insostenibile e ingiusto.

Gli amici della Natura Italiani sono molto attivi a livello internazionale, ad es. stanno sostenendo lo sviluppo di un gruppo di Naturefriends in Bosnia. Quanto è importante per te l’internazionalità, specialmente per quanto riguarda il movimento Naturefriends?
È più che mai di fondamentale importanza mentre affrontiamo l’ascesa del populismo, la minaccia del terrorismo e la crisi del multilateralismo. Persino le fondamenta stesse dell’integrazione Europea sono state messe in discussione negli ultimi anni. In questa contesto di incertezza devono essere fatti degli sforzi per promuovere i valori del movimento degli Amici della Natura, in particolare per quanto riguarda l’internazionalismo, la democrazia, la giustizia climatica e l’alleanza mondiale in favore della sopravvivenza del nostro pianeta e dell’umanità.

Oltre a ricoprire la carica di vicepresidente, sei anche un membro del gruppo direttivo per il Fondo per il clima dei Naturefriends. L’obiettivo generale del Fondo per il clima è contribuire a una maggiore giustizia climatica sostenendo progetti concreti attuati dai Naturefriends Africa. Tuttavia, molte persone percepiscono ancora gli Amici della Natura solo come organizzazione per il tempo libero e le escursioni. Se ti chiedessero perché gli amici della natura si impegnano per la giustizia climatica, cosa risponderesti?
La giustizia climatica deve essere una priorità per mitigare le conseguenze del cambiamento climatico nei paesi del Sud che non sono i principali produttori di CO2. Senza la giustizia climatica i rischi di disuguaglianze sociali, conflitti armati e spostamenti di massa sono molto alti. Pertanto, è meglio attuare le misure di giustizia climatica e di uguaglianza sociale che possono prevenire emergenze naturali provocate dall’uomo e rendere il nostro mondo un posto migliore in cui vivere.

Allo stesso tempo c’ la necessità di promuovere e sostenere il turismo realizzato in modo sostenibile per l’ambiente sociale e naturale. Personalmente, mi piace molto fare escursioni.

Secondo Lei, quali sono le principali sfide per il movimento Naturefriends per i prossimi anni, sia in Italia che a livello internazionale?
La principale sfida per il movimento Naturefriends è l’invecchiamento dei nostri membri in Italia e a livello internazionale. Questa è una sfida anche per altre organizzazioni non-profit e dovrebbero essere esplorate nuove strade per attrarre più membri giovani.

Inoltre, c’è il bisogno di elevare il profilo politico del movimento e di parlare più forte a favore dei nostri valori. Esistono vincoli di tempo e denaro, ma forse si può fare di più con meno. È importante promuovere una cooperazione più attiva con associazioni di mentalità simile nell’Europa centrale e orientale, in Africa e in Asia incoraggiandoli a far sentire la loro voce. Infine, possiamo contribuire in modo più attivo al rafforzamento della società civile attraverso la diffusione delle pratiche migliori, la formazione in competenze e la promozione dei valori ambientali nel mondo politico Europeo.

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