“E’ con umiltà ed entusiasmo che ricevo l’onore ed il privilegio che voi, popolo del Sudafrica, mi conferite di guidare il nostro Paese fuori di questa valle oscura, in qualità di primo presidente del Sudafrica unito, democratico e libero da discriminazioni razziali e sessuali”

Con queste parole pronunciate nel discorso di investitura il 10 maggio 1991, Nelson Mandela annunciava la fine del regime dell’apartheid e l’avvio di un processo di riconciliazione nazionale destinato ad avere effetti al di là del Sudafrica. Di lì a poco “Madiba”, come veniva chiamato affettuosamente da suoi concittadini, affiderà alla Commissione per la Verità e la Riconciliazione da egli creata il compito di far luce sulle violazioni dei diritti umani commessi durante il regime razziale.

La Commissione fungerà da tribunale speciale basato su un modello inedito di giustizia mutuato dalla tradizione africana e avrà il compito di tracciare un quadro delle violazioni dei diritti umani, tramite l’ascolto anche pubblico di migliaia di vittime e autori dei reati, e di esaminare la possibilità di concedere delle amnistie , pur sempre condizionate alla piena trasparenza dei fatti commessi e alla riparazione dei danni causati .Ciò al fine di non dimenticare le ingiustizie subite, promuovendo al tempo stesso il dialogo tra oppressi ed oppressori per appianare in maniera pacifica i contrasti ancora in corso e per costruire un futuro di pace e di eguaglianza per tutti i sudafricani, a prescindere da ogni estrazione razziale, etnica, religiosa o di genere.
La Commissione svolgerà un ruolo importante nel passaggio pacifico da un regime autoritario e segregazionista ad una moderna democrazia, fornendo ispirazione ad altri Paesi, africani e non, usciti da conflitti civili ed impegnati in processi di pacificazione nazionale. Insieme al carisma di Mandela, elevato a simbolo nazionale ed internazionale della lotta contro la discriminazione razziale, la Commissione contribuirà anche a promuovere il ruolo ed l’immagine del Paese “Arcobaleno” sulla scena africana ed internazionale.

Al tempo del Covid-19 con le sue tragiche perdite di vite umane ed i sussulti di intolleranza razziale, il messaggio di unità e di riconciliazione lanciato allora dal futuro Premio Nobel per la Pace e’ sempre attuale per scuotere le coscienze civili e per chiamare tutti a raccolta intorno ai valori della solidarietà e della eguaglianza. Per poter uscire dalla valle oscura della pandemia è necessario pensare ed agire come comunità interdipedenti e non come individui interdipendenti, privilegiando i valori della sostenibilità ambientale, dell’inclusione sociale e del progresso tecnologico.

I banchi di prova della capacità umana di rimuovere le macerie e di ricostruire su di esse qualcosa di buono saranno quello della protezione della natura ormai ridotta allo stremo e del contenimento dei cambiamenti climatici.
In assenza di interventi rapidi ed incisivi essi si annunciano secondo vari scienziati come ulteriore calamità dalla quale nessuno potrà essere immune, salvo a traslocare in un altro pianeta. Mentre si è definito il coronavirus come un nemico invisibile, sono invece ogni giorno sempre più visibili gli effetti negativi della attività antropiche che distruggono milioni di chilometri quadrati di habitat naturali, come le foreste pluviali in Amazzonia e nel bacino del Congo, veri polmoni verdi per l’umanità intera, serbatoi immensi di biodiversità ed ultimo baluardo di tante specie animali e vegetali prossime all’estinzione.

Non basta pertanto riattivare il sistema economico messo in stand by dal Covid-19, occorre adottare con la massima lucidità e determinazione un nuovo modello di sviluppo veramente sostenibile sul piano umano, sociale ed ambientale.Le ricette del passato sono ormai obsolete e lo erano ben prima della pandemia.
La celebrazione il 18 luglio del Mandela Day sia dunque per noi Amici della Natura l’occasione per stringere le fila, riprendere coraggio e moltiplicare gli sforzi per costruire un mondo più verde, giusto e sostenibile. Sia anche l’occasione per la riaperture delle frontiere mentali e materiali create dal risorgere di nazionalismi e di populismi e per la ripresa del fruttuoso cammino verso una protezione della natura e una solidarietà globale sempre più incisive e capillari a tutti i livelli.

Citando di nuovo Mandela, ”it is easy to break down and destroy. The heroes are those who make peace and built.”Egli lo e’stato.

Leonardo Baroncelli
Vice Presidente NFI

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