Amici della Natura 🍃

quello che vogliamo fare oggi è condividere con voi una petizione che ci sta davvero molto a cuore ma prima facciamo un passo indietro. 

Quasi un milione di specie sono minacciate di estinzione. Le Nazioni Unite per questo motivo vorrebbero adottare un piano per classificare come aree protette, per il 2030, il 30% del pianeta. La creazione di queste aree protette ha come scopo finale quello di proteggere la biodiversità che caratterizza quelle zone

Tutta questa faccenda, che sembra avere un ottimo fine, ha però un ignobile risvolto. 

Quel 30% del pianeta, in questo momento, è abitato da popolazioni indigene che vivendo lì ne preservano la biodiversità meglio di chiunque altro, considerando anche che le crisi che colpiscono la diversità biologica e il clima si sono aggravate.

Se quelle aree venissero classificate come protette ci sarebbero 2 conseguenze principali:

  1. Si indebolirebbe il lavoro di chi finora ha preservato la biodiversità: le popolazioni indigene;
  2. Si applicherebbe, in alcune aree come ad esempio i parchi nazionali, la “protezione forte” allontanando l’uomo dai luoghi in cui ha sempre vissuto in armonia, se necessario, con l’ausilio di ranger pesantemente armati;

Ora vi facciamo una domanda: la creazione di nuove aree protette può quindi salvare la biodiversità a discapito del rispetto dei diritti delle popolazioni indigene che ci vivono? 

È proprio per questo che l’Associazione no profit Rettet den Regenwald e.V/Salviamo la Foresta (che si impegna dalla metà degli anni ‘80 per la protezione della foresta tropicale) ha indetto quindi una petizione per far arrivare una lettera (che potete leggere cliccando QUI) al segretario esecutivo della CBD (Convention on Biological Diversity) Elizabeth Maruma Mrema, ai suoi Stati Membri, e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Questa lettera avrà come fine quello di esortarli ad affrontare le cause della crisi della biodiversità, proteggere le popolazioni indigene e rafforzare i loro diritti e quelli delle comunità locali

Se anche voi volete contribuire a questa iniziativa non dovrete fare altro che firmare la petizione cliccando QUI.

© Nathalie Weemaels

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