L’aumento del turismo creò un nuovo conflitto: vaste aree della foresta austriaca e aree montane erano di proprietà della famiglia imperiale austriaca, influenti aristocratici e industriali che usavano i terreni per la silvicoltura e la caccia. La caccia era praticata per diletto e come impiego del tempo libero e veniva interrotta da persone in cerca di riposo e relax.

Pertanto, molti proprietari terrieri hanno iniziato a chiudere le strade. Era necessario un permesso per entrare nelle aree di proprietà della famiglia imperiale. Coloro che violavano le aree chiuse rischiavano di essere denunciati alla polizia, il che poteva anche comportare la perdita del proprio lavoro.

Nel 1906, Gli Amici della Natura introdussero nel giornale della loro associazione la sezione “La strada proibita” e denunciando pubblicamente le palesi barriere che le persone in cerca di riposo e relax dovevano affrontare. I delegati del Partito socialdemocratico hanno ripreso la questione, ma all’inizio non ebbero successo. Fu solo dopo la prima guerra mondiale che le tensioni furono in qualche modo placate e i terreni che in precedenza erano stati di proprietà di famiglie aristocratiche e della famiglia imperiale furono aperti al pubblico. Nel 1920, a Salisburgo fu adottata una legge sul libero accesso alla montagna; altre province hanno seguito questo esempio. Nel 1975, il diritto di passaggio libero nelle foreste dell’intera area nazionale è stato sancito dalla legge, ma fino a quel momento i proprietari terrieri stanno cercando di limitare l’uso ricreativo della loro terra. Il saluto dei Naturefriends “Berg frei!” (Montagna libera) simboleggia questa lunga lotta.

Manfred Pils
Presidente di NFI

 

 

 

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